DungeoNext: intervista a Massimiliano Musmeci

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23 risposte

  1. Red Dragon ha detto:

    A me più che a giocare un GdR mi fa venir voglia di riprendere HeroQuest in mano…

    Ciao 🙂

    • Infatti questi moduli si possono usare su qualsiasi tavolo da gioco….io a volte ci gioco per terra con i miei figli e piazziamo dentro qualche miniatura o soldatino e via…si percorre e si incontrano nemici da sconfiggere! 😉

  2. Itlas ha detto:

    Bellini ma è ora di dire basta ad iniziative che implementano le miniature mungisoldi e le dannate regole che ti obbligano ad usarle e rendono il combattimento lungo e complesso, le mappe si fanno sulla carta e il combattimento lo si immagina nella propria testa.
    OSR RULEZ!

    • Daniele ha detto:

      Ciao Itlas !
      Con tutto il rispetto, non penso proprio che questa sia un’iniziativa mungisoldi (e non parliamo di OSR, che pure in quell’ambiente è pieno di gente nata negli anni ’90, che di old school non sa una mazza ma che ti ripropone la solita minestra riscaldata di 40 anni fa per prendersi i soldi dei nostalgici !) .

      Mi sembra che dal video si capisca che c’è del lavoro e dell’impegno dietro, creatività e amore per il modellismo innanzitutto, ed è chiaro che queste cose le paghi… inoltre le regole non c’entrano niente con le miniature: uno può comunque implementare un sistema leggero e usare gli scenari modulari per ricreare l’atmosfera.

      Il combattimento non si allunga solo perchè usi le miniature, e avere un punto di riferimento per gli spostamenti tattici evita moltissime discussioni al tavolo del tipo:
      DM: dove ti sei mosso ?
      PG: dietro al goblin !
      DM: ma avevo detto che dietro al goblin c’era un muro !
      PG: uhm… allora a fianco del muro !
      DM: ma c’è il guerriero là !
      PG:….

      ecc. ecc….

      • Itlas ha detto:

        Per evitare i casini bastano un Master bravo e un foglio quadrettato, come spiegato anche da Red Dragon hanno cercato di trasformare il D&D in un gioco da tavolo perchè i moduli supplementari non vendevano abbastanza e quindi han provato a guadagnare con le miniature, rendendo gli scontri nelle nuove edizioni difficili per costringere i giocatori ad utilizzarli.
        Questi set sono l’esatto contrario di quello che c’è di bello nei gdr, L’IMMAGINAZIONE.
        Invece adesso si cerca di trasformare D&D in un gioco da tavolo tipo Heroquest o Descent per fare soldi.
        Quanto agli OSR direi che sono proprio il contrario del munger soldi dato che la maggior parte sono gratuiti.

        • Daniele ha detto:

          Itlas… Massimiliano Musmeci è un artigiano indipendente, non lavora per la Wizards of The Coast. DungeoNext è un progetto italiano, e dietro ad esso non c’è nessuna intenzione di trasformare D&D in un Gioco da Tavolo per fare soldi. Cerchiamo di attenerci ai fatti, evitando ipotesi complottistiche senza fondamento.

          Inoltre forse non sai che d&d è nato proprio da un wargame (che è tutto miniature e scenari) e la prima seduta di gdr della storia implementava sia miniature che la
          replica di un castello
          in cui si ambientavano le avventure: quindi tu che parli tanto di OSR, sappi che senza scenari e miniature il gioco di ruolo non sarebbe mai nato e non mi sembra proprio che l’immaginazione di Gygax, Arneson & co. sia stata “rovinata” dall’uso di miniature e scenari, anzi.

          L’era della 3.5 è finita, nessuno irromperà a casa tua per dirti che devi giocare solo con le miniature o con le mappe; ma sostenere che questi ausilii trasformino il gdr in Heroquest o Descent è semplicemente assurdo. Se voglio giocare a Descent mi compro Descent, che sicuramente fa quello per cui è stato progettato molto meglio di un D&D, che invece è un GDR.

          • Itlas ha detto:

            Punto primo: se non riesci ad accettare punti di vista differenti dai tuoi non abilitare i commenti ai tuoi articoli.
            Punto secondo: non ti permettere MAI PIÙ di mettermi in bocca parole che non ho mai detto! Non ho mai detto che Dungeon Next munge soldi, quello che ho detto è che è il sistema delle miniature della WOC a farlo e che Dungeon Next è un modo per supportare quel modo di giocare, ma non ho mai detto che sia Dungeon Next stesso a mungere soldi.
            Punto Terzo: conosco benissimo Chainmail ma quello possiamo dire fosse solo un prototipo, dalla Prima Edizione di Dungeons&Dragons alla Seconda di Advanced Dungeons&Dragons le miniature furono abbandonate in favore di carta e matita.

          • Daniele ha detto:

            Guarda Itlas, non mi soffermo nemmeno mezzo secondo sul tuo ultimo commento perchè stai dando uno spettacolo francamente ridicolo e imbarazzante… sei liberissimo di fare la figura del cioccolataio, per quanto mi riguarda, però sul mio blog voglio mantenere un’atmosfera civile e respirabile e tu con i tuoi commenti da zitella acida non stai contribuendo granchè alla discussione.

            Rileggi quello che hai scritto ne tuo primissimo commento, e la prossima volta prima di scrivere fai un bel respiro e conta fino a 1000. In poche righe sei riuscito ad insultare e offendere due persone, tra cui me che sono il gestore del blog, che non ti ha “messo in bocca parole che non hai detto”, ma solo invitato ad essere più obiettivo e a non criticare realtà di cui non sai nulla. Ricorda che quando commenti articoli di un blog sei comunque a casa d’altri, quindi prima di farti partire la brocca e sparare a zero, ricorda che dietro quell’articolo e quell’intervista ci sono PERSONE con le loro passioni, e non bersagli su cui sfogare le tue frustrazioni !

            Spero di essere stato chiaro. Qui non siamo su Facebook, le regole le detto io: libertà di esprimersi da parte di tutti, ma se commentate con tono aggressivo poi non vi mettete a piangere se qualcuno si risente e vi risponde a tono ! E con questo ti invito a non proseguire su questa polemica, altrimenti dovrò rimuovere i tuoi interventi. Grazie.

    • Ciao, vorrei confermare che non mungo soldi a nessuno. 😀
      Penso che creare un gusto di gelato e passare davanti alle spiagge d’estate non significhi lucrare sulla voglio e golosità delle persone ma di portare un prodotto genuino vicino alla persona. Chiaro se uno ti chiede 10 euro per un cono magari sta cercando di mungerti! 😉
      Tornando a questi moduli, io li faccio per mio diletto e condivido questa possibilità con altri appassionati che mi chiedono di farli per loro e chiaramente i soldi per la resina non me li regala nessuno, oltre al fatto che fare un set base sono tre giorni di lavoro, ma che faccio pagare come fossi il peggior pagato del mondo! Io a D&D ci gioco dal 1990 e puoi ben immaginare che conosco tutte le versioni e realtà del fenomeno e sono contento ci siano mille modi di giocare,per cui io offro una versione migliore di un certo tipo di gioco accessoriato, non la versione migliore del gioco! 😀
      Sono un collezionista di miniature e penso che tu non abbia letto nemmeno la metà dell’articolo se no avresti capito il mio spirito riferito al gioco di ruolo. Fin da bambino mi piaceva vedere il mondo in miniatura, soldatini, lego, macchinine, insomma ogni bambino diventa il dio del suo mondo e con D&D mi innamorai di questo aspetto di condivisione di un gruppo di amici per la pelle allo stesso tavolo dove non giochi solo a monopoli ma crei mondi e avventure come nei film, nei cartoni animati. Questo mi è riesploso quando iniziai a fare modellismo seriamente e dopo aver provato con il marmo a crearmi dei pezzi di scenario, proprio perché ho moltissima immaginazione e quei “racconti” da bravo master che sono rimasti indelebili nella testa dei miei giocatori, desideravo venissero alla luce e potessero essere visti e toccati con mano! In pratica questo è il punto fondamentale per me, tutto qui. Se qualcuno come mi capita ogni tanto, ha lo stesso desiderio, mi fa molto felice, anche perché possono testimoniare tutti quelli che hanno comprato da me, che non sono un commerciante ma un giocatore che condivide con loro la stessa passione e incontrarsi è bello, come quando incontri qualcuno che ama le tue stesse cose…Concludo se posso, che criticare a spada tratta una realtà altrui dicendo BASTA, NON SE NE PUO’ PIU’, non è certo carino, dando del magnate capitalista a chi cerca di creare qualcosa di bello. Ti assicuro che non spolpo il portafogli di nessuno e non obbligo chiunque a comprare e non disdegno chi non gioca con le miniature. Io stesso spesso gioco senza questi moduli e di base usiamo un tavolo di vetro da 2 metri per 90cm con un mega foglio quadrettato sotto e semplicemente piazziamo mostri, pg e png sopra per avere un quadro generale della situazione ed evitare appunto che nonostante descrizioni accurate, qualcuno dica ero qui perché “pensavo” ci fosse un ponte dove non c’è! Saluti carissimi

      • Itlas ha detto:

        Ciao, purtroppo Daniele non ha voluto soffermarsi abbastanza sul mio commento da capirlo, e mi spiace non l’abbia fatto neppure tu, per comodità cito quello che ho risposto a Daniele più sopra:

        “Punto secondo: non ti permettere MAI PIÙ di mettermi in bocca parole che non ho mai detto! Non ho mai detto che Dungeon Next munge soldi, quello che ho detto è che è il sistema delle miniature della WOC a farlo e che Dungeon Next è un modo per supportare quel modo di giocare, ma non ho mai detto che sia Dungeon Next stesso a mungere soldi.”

        • Daniele ha detto:

          “quello che ho detto è che è il sistema delle miniature della WOC a farlo e che Dungeon Next è un modo per supportare quel modo di giocare, ma non ho mai detto che sia Dungeon Next stesso a mungere soldi.”

          Il che implicitamente suona come un’accusa nei riguardi di DungeoNext, che non supporta proprio nessun modo di giocare, visto che è solo un’attività gestita da una persona (e non da una multinazionale del gioco pronta a rubarti i soldi) che ama realizzare miniature e scenari fatti a mano. Ciascuno è libero di comprarsi le miniature per giocare di ruolo, da tavolo o semplicemente per mostra e decorazione se desidera: non c’è nessun complotto ordito per “supportare un modo di giocare”, sono solo miniature che puoi acquistare, oppure lasciare sugli scaffali.

          Invece di provare ad arrampicarti sugli specchi o a dar la colpa a noi che non ti abbiamo capito, sarebbe meglio che tu ammettessi di aver esagerato con i tuoi commenti e chiedessi scusa a Massimiliano. Hai fatto di tutta l’erba un fascio, demonizzando l’uso delle miniature nel gioco di ruolo: sono opinioni tue, per carità, per quanto molto discutibili, ma avresti dovuto chiarire meglio nel tuo commento che la tua critica non era rivolta all’intervistato…

  3. Red Dragon ha detto:

    Il problema che io trovo con le miniature, sono due:
    1) questioni di spazio. Non ce l’ho dove metterle e lasciarle!
    2) di solito la gente smette di interpretare ed entra in modalità Gioco da Tavolo.

    Ciò detto, trovo questi lavori stupendi e mi fanno voglia di riprendere in mano HeroQuest 😉

    Ciao 🙂

    • Daniele ha detto:

      Ciao Red,
      prima la pensavo anche io come te, ma dopo una campagna di 3 anni ad AD&D 2E in cui abbiamo usato le miniature (ma su un foglio quadrettato, perchè non ho scenari o dungeon modulari in casa ) mi sono reso conto che sono fondamentali almeno negli scontri più incasinati.
      Gli ambienti e i set di Massimiliano non possono che migliorare la cosa, sono un’aggiunta e un piacere per gli occhi, ma non dimentichiamo che lo scopo è sempre e solo quello di sveltire i combattimenti… e se il tutto si trasforma in un “gioco da tavolo” perchè la gente si concentra sulla miniatura figa o sui particolari invece di badare a quel che dice il Master, direi che la colpa non è della miniatura, ma del cervello dei Giocatori che è rimasto al livello dei ragazzini delle elementari 😀

      Se sono sufficienti qualche scenario e una manciata di miniature a distogliere l’attenzione dall’interpretazione del ruolo significa che il gruppo in primis non era granchè interessato a ruolare in prima istanza…

      • Maxwell ha detto:

        “mi sono reso conto che sono fondamentali almeno negli scontri più incasinati.”
        dipende anche da cosa chiedono i giocatori e che sistema usi .
        con LEDZ ho 3 campagne , 2 di queste solo a voce ,
        senza mappe o tabelloni .
        che io uso si intende ,
        ma in 1 altra campagna che mira a gestire sul tavolo .

        • Daniele ha detto:

          Ciao Maxwell,
          tutto dipende sempre dalle preferenze del gruppo, sia chiaro. Ci sono gdr come Vampiri o Call of Cthulhu dove la posizione precisa di ogni partecipante allo scontro non è fondamentale. L’intervista parlava di dungeon modulari, quindi dungeon = gdr fantasy, e il mio commento di cui sopra si riferiva a quelli.

          Io da quando ho iniziato ad usare le mappe mi sono risparmiato tempo e pezzi di fegato, che prima invece consumavo a discutere coi Giocatori sul posizionamento di questo o quel Personaggio 😀

          Non è necessario calcolare al millimetro la posizione o i movimenti di ciascuno, ma capire grossomodo dove si trova ogni Personaggio quando scatta una trappola o scoppia una palla di fuoco è di aiuto e risparmia molti grattacapi.

          • Maxwell ha detto:

            salve .
            ed infatti è di quello che io parlavo ,
            fantasy ,
            LEDZ è 1 D&D derivato e compatibile .
            mai accennato ad horror o altro .
            se ai giocatori basta sapere chi è vicino o chi è lontano da 1 punto fondamentale ,
            non vedo nulla di ingestibile (se la meccanica è minimale) .
            aldilà di questo ,
            DungeonNext sembra 1 buon prodotto .

  4. Lucio ha detto:

    Ciao!! Gran bella intervista!! Sono un felice possessore della prima serie e posso dire che il concetto di spazio è relativo. Ho letto i commenti e credo che qualcuno abbia una visione tutta sua del mondo che non condivido e probabilmente è anche perchè non li possiede. L’idea del gdr su carta sinceramente mi fa tanto paleolitico, questo non toglie avere tonnellate e tonnellate di mappe e fogli di appunti. Con i sistemi di dungeon modulari che ci sono adesso in giro, un minimo di “sexappel” é quanto meno doveroso. Anche perchè penso che più che sistemi “mungisoldi” (e scusate non ho quelli di d&d), qui si parla di prendere nuovi giocatori…almeno per quanto rigurada il lato estetico..Dungeon Next è stato un ottimo acquisto, qualità e prezzo sono ben equilibrati e lo consiglierei proprio per questi 2 elementi che lo rendono un prodotto appetibile da tutti ma con estrema longevità dei materiali..poi ci gioco con tutto in effetti..non essendo fatto da un azienda per un gioco specifico, ci van su tutti i fantasy dell armadio…unica pecca (se possiamo considerarla tale) apparecchiare il dungeon..ci si mette un po proprio per la sua modularità esagerata (occhio che si perde molto più tempo a fare gli “architetti” piuttosto che i master) 😉

    • Daniele ha detto:

      Ciao Lucio , grazie per aver letto e commentato !

      Ti ringrazio dei complimenti: io ho la coscienza a posto, ho intervistato Massimiliano perchè apprezzo i suoi lavori e stimo chi ha voglia e coraggio di mettersi in gioco per realizzare i propri sogni… specie considerando l’attuale situazione Italiana e globale, di coraggio ce ne vuole e tanto (chi vuole intendere intenda !).

      Le critiche sono sempre bene accette ed è giusto che ognuno sia libero di esprimere la propria opinione ! Io non ho mai censurato nessun commento , ma ci sono dei limiti da non valicare e il primo è il rispetto per il lavoro e per la persona altrui. Se uno inizia un commento parlando di “iniziative mungisoldi” poi non può venirmi a dire che io l’ho frainteso !

      Come ho detto sopra, ci sta pure che qualcuno preferisca carta e matita, io stesso vado avanti così da decenni ! Ma da qui a generalizzare, mettendo sullo stesso piano le manovre commerciali di un colosso come la WOTC e il piccolo artigiano che si fa in quattro per passione e in cambio chiede soltanto di non rimetterci economicamente, ce ne passa… ora un conto è basarsi sui fatti reali e offrire critiche ragionate e costruttive, un altro è entrare a gamba tesa e iniziare una discussione insultando tutto e tutti, manco fossimo al bar sotto casa. E poi magari fare pure la parte dell’incompreso, lamentandosi perché gli altri non hanno capito ciò che si è scritto ! Bene, non sul mio blog: vadano altrove a sfogarsi, questo è uno spazio pagato e gestito da ME, e pretendo che si rimanga entro i confini di una discussione civile tra persone adulte.

    • Maxwell ha detto:

      il fattore tempo nell ‘ apparecchiare è 1 osservazione interessante .
      alcuni miei giocatori hanno richiesto l ‘ eliminazione del tabellone componibile ,
      proprio x risparmiare tempo .

      • Massimilano Musmeci ha detto:

        Il lato della preparazione è un discorso con molte prospettive, e i gusti sono davvero tanti! Io stesso a volte non uso i miei pezzi, perchè non serve ricreare OGNi ambiente…a me piace ricreare la scena clou, oppure mettere su un semlice corridoio e far procedere i pg nelle varie stanze descrivendole o apparecchiandole apputno…si può fare un po’ e un po’ o solo mappa, o solo modulari, insomma il gioco penso sia bello nella sua stessa accezione, che significa: divertirsi in vari modi applicandosi! 🙂
        Sul discorso del cronometro come tempo risparmiato, beh non ho bisogno di arrivare a tanto….gioco abbastanza a braccio e se vedo che ci metto troppo a fare una cosa la evito in quel momento. Come master di lunga data ( 1990) ho imparato motli trucchetti e il tempo si perde per molti motivi oggi al tavolo, gente che sta al cell o gente che smangiucchia sempre, insomma giocatori e master hanno tutti i propri “difetti”…diciamo che a me vedere un bel dungeon disposto sul tavolo piace molto e ci sono occasion in cui farlo è quasi d’obbligo e ci si mette max 10 mintui ma anche 2 se poi uno fa esperienza e impara a come usarli…un po’ di esperienza in tal senso ci vuole! Io sto ancora imparando ad usarli! 😉

    • Massimilano Musmeci ha detto:

      Grazie Lucio….pesno che in tal senso con un po’ di pratica ci si snellisca molto…poi ogni gioco ha una base di preparazione alla fine…è anche una parte divertente del giocare stesso! 🙂

  5. Sivent ha detto:

    Mi imbatto per caso e con piacere in questa discussione. Massimiliano è un amico virtuale di vecchia data con cui ho perso i contatti da un po’, abbiamo frequentato per anni lo stesso sito prima che partisse con la sua iniziativa commerciale.
    Personalmente gioco da 26 anni varie forme possibili di giochi di ruolo, di schermaglie, di battaglie da tavolo, di dungeon crawler e ho collezionato un’infinità di pezzi.
    Ora, quello che dico, è di non aver mai incontrato nessuno che “costringesse”, o riuscisse a costringere, qualcuno ad adottare un modo di giocare (e di spendere) o un altro in questo settore. Le politiche della GW o della Wizard le conosciamo bene, ma quelle riguardavano principalmente i tornei, un mondo fatto di competitività, ma quando un gruppo di amici si siede intorno ad un tavolo per giocare insieme lo fa solo per divertirsi, anche quando questo avviene con la più spinta ottica da powerplayer.
    Chi compra e dipinge le miniature (come me) lo fa perchè gli piacciono, e più ami le miniature più vorrai inserirle in un contesto tridimensionale, che si arricchisce man mano che avanzano gli anni. A 15 anni si gioca col contenuto di una scatola, a 18 ci si fanno la mappe o i tasselli da soli con carta e cartoncino (le stampanti a colori che manna dal cielo!), poi magari a 25 si scopre il polistirene e dalla sezione di pavimento si passa ai primi rudimenti di pareti, poi a 30 si inizia a stampare (Hirst Arts) o si comprano pezzi già fatti (Dungeon Forge), così a 35 quando ti compri casa ti assicuri di avere una stanza, una mansarda, un garage o altro per i tuoi pezzi, e a 45 hai collezionato quanto ti basta per giocare in due vite (e magari non hai più il tempo di farlo). Crescendo ci si evolve e si diventa sempre più esigenti, se la passione è quella.

    Nessun produttore indipendente di elementi scenici o miniature ha la possibilità di condizionare il mercato, casomai sono i giochi che si sceglie di fare a farlo. Un produttore fornisce gli strumenti con cui dedicarsi al proprio hobby (sì, qui già si parla di hobby e non solo di giochi) preferito. Purtroppo, da sempre, dalla disputa tra simulativo e narrativo, molti giochi presentano (per venire incontro alle richieste di più utenti) elementi che possono essere portati da un estremo all’altro, dal narrativo puro al diorama, così come in cucina si può essere carnivori o vegani, ma incolpare il macellaio perchè fa delle bistecche molto succulente, francamente, mi pare eccessivo.

    • Daniele ha detto:

      Ciao Sivent e benvenuto su GDR Magazine innanzitutto 🙂
      Sono completamente d’accordo con quanto hai scritto.
      Secondo me, a monte bisogna fare una netta distinzione tra chi davvero è “in grado di influenzare il mercato” perchè dispone dei mezzi per farlo (pubblicità) e le piccole realtà indipendenti che semplicemente fanno ciò che fanno per passione e perchè no, anche per sbarcare il lunario se gli riesce.

      Comunque come ho già fatto notare sopra in una delle mie prime risposte a Itlas, gli elementi scenici e l’immaginazione non sono in opposizione tra loro, anzi… la miniatura e la sezione di dungeon modulare ben costruita supporta l’atmosfera e l’immersione.
      Pensare che “miniature = boardgames/wargames” è una visione superficiale e non veritiera, confermata dal fatto che D&D stesso è nato proprio con le miniature e gli elementi scenici, come risulta esplicitamente da questa intervista che ho fatto a Greg Svenson , uno che ha giocato a d&d prima che fosse commercializzato.

      Grazie per aver letto e commentato 🙂

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