DungeoNext: intervista a Massimiliano Musmeci
Il mio primo incontro con DungeoNext, progetto dedicato alla produzione di dungeon modulari fatti interamente a mano, ebbe luogo su Facebook.
Dove mi imbattei in immagini come quella che potete ammirare sotto:
Un antico tempio abbandonato… il luogo ideale per avventure dungeon crawl !
Incuriosito e affascinato, ho iniziato a condividere le foto dei bellissimi dungeon di cui sopra e come si dice, da cosa nasce cosa: mi sono informato e ho scoperto che DungeoNext altri non è che Massimiliano Musmeci, l’autore dei modelli che avete appena visto !
Finchè un giorno non decidetti di realizzare una bella intervista al buon Massimiliano, per chiedergli della sua creatura DungeoNext e del suo metodo di lavoro: dove trova l’ispirazione ? Come fa a realizzare pezzi così realistici ? Quali altri set per scenari modulari ha in serbo per noi ?
La risposta a questa e altre domande nell’intervista a seguire ! Ma prima, beccatevi questo bel video che mostra Massimiliano a lavoro sui suoi dungeon !
Come nasce DungeoNext ?
GDR Magazine: Innanzitutto diamo il benvenuto a Massimilano, ringraziandolo per averci concesso questa intervista ! Prima di parlare del progetto DungeoNext dicci un pò di te: quando hai iniziato a giocare di ruolo e quando è nata in particolar modo la tua passione per i dungeon ?
Corridoio di aniche rovine… cosa ci sarà in fondo a questo passaggio ?
Massimiliano Musmeci: Guarda, la mia genesi del gioco di ruolo è iniziata quando vidi un giorno sulla Rai, il “film” di dungeons & dragons, da non confondersi con il famigerato film, anche perché stiamo parlando di circa 35 anni fa (lungometraggio animato impossibile da trovare in rete, NdGDRMag) ! Quello per me fu un colpo di fulmine. Poi un giorno dell’89 vidi a Sanremo in una vetrina di un negozio che non era per nulla la solita giocheria o negozio specializzato ( in quegli anni non credo che esistesse nulla di quel genere !) la famosa scatola rossa base di D&D e anche la scatola di Talisman… fu il secondo colpo di fulmine e decisi dopo qualche mese di prendermi un pomeriggio libero (già lavoravo) per andare a comprarla: 40.000 lire!
Da lì inizia l’avventura del gdr provando a fare gruppo con la mia cerchia di amici e familiari, ma fu un’impresa impossibile… poi con molti dubbi e varie ignoranze in materia, scoprii che ero nato per questo gioco !
Dopo anni e anni di varie giocate e varie esperienze tra librogame, romanzi fantasy e anche Magic, arrivai a voler “Essendo figlio di artigiano e lavorando da qualche anno nel laboratorio di mio padre, sapevo come trasformare un pezzo di pietra in scenario… almeno fu un inizio!”creare qualche diorama… amavo da sempre le miniature che cercai subito dopo aver preso la scatola rossa, e il materiale che utilizzai, fu il marmo, l’Ardesia per la precisione. Essendo figlio di artigiano e lavorando da qualche anno nel laboratorio di mio padre, sapevo come trasformare un pezzo di pietra in scenario… almeno fu un inizio!
Passai dopo alcuni anni all’idea di crearmi una serie di labirinti scolpiti e intagliati direttamente nel marmo, un sistema eccentrico modulare molto artistico e molto scenico, ma difficile da commercializzare. Fu in quel momento che sperimentai e mi interessai alla clonazione con resine e siliconi !
Con alti e bassi alla fine decisi di passare al modulo più conosciuto, la famosa Tiles basata sul pollice o il quadrettato da 2,5 cm., che prese piede con le mappe della versione 3.5 di D&D.
E 3 anni fa fondai questa micro realtà artigianale basata sullo scenico modulare, con l’intento di creare qualcosa di molto diverso, che uscisse dai canoni della grande produzione cinese di oggi.
GDRM: Bene, con questo ci porti dritti dritti alla seconda domanda: cosa distingue DungeoNext dagli altri dungeon modulari ? Oltre alla tua creatività e alla tua cura per i dettagli (che è evidente nel video !), su cosa hai posto l’accento quando hai iniziato a pensare a DungeoNext non più come semplice hobby, ma come una “microrealtà” ? In breve, perchè un giocatore di ruolo o boardgamer dovrebbe usare i tuoi prodotti ?
MM: Due punti, anzi tre, tutti molto importanti:
1 – Texture: ho voluto che i pezzi fossero identici alla realtà. Come detto prima, amo le miniature da sempre, da quando giocavo da piccolo a 4 anni con i soldatini in bronzo della Kinder (per poi crescere e diventare collezionista di miniature) per cui per me gli ambienti del gioco di ruolo, cioè i dungeons, dovevano essere fedeli “per me gli ambienti del gioco di ruolo, cioè i dungeons, dovevano essere fedeli rappresentazioni delle controparti reali: vera pietra, e chi meglio di me poteva unire una passione trentennale all’esperienza frutto di 4 generazioni di artigiani del marmo ?”
rappresentazioni delle controparti reali: vera pietra, e chi meglio di me poteva unire una passione trentennale all’esperienza frutto di 4 generazioni di artigiani del marmo ?
2 – Varietà di pezzi e forme: insomma, io ho comprato molti modulari dalla concorrenza, ma erano difettosi e quando feci notare la cosa alla casa produttrice la prima volta ricevetti come risposta il silenzio assoluto. La seconda volta, la risposta dell’importatore europeo fu: mandameli indietro a spese tue !
Mi sentii gabbato e capii che c’era un buco nella produzione mondiale, mancava la qualità, la serietà antica dell’attenzione verso il cliente, e soprattutto mancavano molte delle migliorie che sapevo di poter fare e di cui sentivo la necessità in qualità di vecchio giocatore degli anni ’90.
3 – Il rapporto di serietà e attenzione nei confronti del cliente, come dicevo sopra, che creo di volta in volta. Mi immedesimo nel cliente, che cerco di accontentare al meglio delle mie possibilità. Non sopporto quel senso di abbandono dove uno è solo un cliente pagante e ciao: no, per me il cliente è un mio pari, un collezionista che sceglie come spendere i propri soldi sudati, un appassionato come me di dungeon modulari realistici.
I segreti dell’artigiano
Che meraviglia ! Vien voglia di scrivere un’avventura solo a guardarlo ! Notate i dettagli delle crepe del pavimento e dei mattoni sui muri !
GDRM: Condivido tutto in toto, ma vorrei porre l’accento su una cosa che, da profano dei dungeon modulari, mi ha molto colpito e vorrei fosse chiara a tutti coloro che ci leggono: Massimiliano, ci stai in pratica dicendo che i pezzi dei dungeon che tu crei sono fatti di vero marmo ? Non resina o balsa ? Marmo vero ?
MM: No e sì. Sono in resina, e hanno un certo peso, che dona ancor più realismo, ma il master, ovvero il pezzo originale che io clono per ottenere il prodotto finale, è in marmo vero, creato con pezzi di pietra a spacco.
Poi col tempo, per migliorare la tecnica e velocizzare, ho iniziato a clonare direttamente i veri mattoni in miniatura e li lavoro in copie sul pezzo, riscolpendoli poi per adattarli in certi punti, come fossi un muratore in miniatura anche io. Costruisco pietra su pietra, e questo si può vedere dai miei work in progress.
Ogni mattone in resina se visto da vicino è la riproduzione fedelissima di un mattone di pietra vera miniaturizzato.
GDRM: Quindi, sempre se ho capito bene: tu ti crei prima il master miniaturizzato in marmo o mattoni, e poi lo cloni in resina. Quindi è un doppio lavoro, per amor di realismo ? Domande sempre da profano !
MM: Sì faccio i mattoncini in marmo, poi li clono e lavoro su quelli, che sono comunque riproduzioni fedelissime della realtà. Poi creo il muretto e infine clono il muro stesso finito e stuccato, con la sua tile che per esempio scolpisco direttamente su pietra!
“Sì faccio i mattoncini in marmo, poi li clono e lavoro su quelli, che sono comunque riproduzioni fedelissime della realtà. Poi creo il muretto e infine clono il muro stesso finito e stuccato, con la sua tile che per esempio scolpisco direttamente su pietra!”
GDRM: Un lavoro certosino ! Adesso mi spiego il perchè della bellezza e del realismo dei tuoi pezzi ! Ad esempio quello che hai esposto a Modena (foto all’inizio dell’articolo), ce ne puoi parlare un pò ? A me sembrava una specie di tempio antico orientale, mi sbaglio ? Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo ?
Colonne di antico tempio
MM: Intendi i master originali? Non saprei con certezza, ma molti pezzi li ho fatti quasi all’inizio: ti spiego un po’ come lavoro. Quando ho l’ispirazione io devo fare subito quel pezzo, perciò mi capita spesso che immagino e vedo i pezzi nella mia mente, e se posso ne faccio uno schizzo su un taccuino; a volte invece li creo di getto subito. Poi questi pezzi rimangono nel cassetto mesi o in questo caso anche anni, perché concludo un set solo quando ho abbastanza pezzi per ricreare un ambiente prestabilito: ad esempio, ho in mente un ambiente fognario da anni prima di dar vita al progetto stesso, ma sto cercando l’ispirazione che mi spinga a fare qualcosa di completamente diverso dal già visto. Quindi quei pezzi andranno o a completare dei set già iniziati oppure saranno essi stessi l’inizio di nuovi set. La base dei pezzi di cui parli fa parte del nuovissimo Cantina set, un’altra serie di pezzi abbastanza semplici ma che sono ottimi per ricreare una cantina, un magazzino sotto una taverna o un livello di stoccaggio in un dungeon, come potrebbe essere il sotterraneo di un castello preso d’assalto da briganti per esempio !
Quella particolare disposizione poi, il cui obiettivo era quello di far colpo sugli osservatori al Modena Play, ricreava la sala di un tempio antico e il colore esprimeva proprio quell’atmosfera di cui parlavi e che mi fa piacere tu abbia colto al volo !
GDRM: Figurati, come scrivevo nella pagina Fb in occasione della condivisione della foto, era un piacere da guardare… in foto ! Figuriamoci se avessi potuto vederla dal vivo e ambientarci un bel dungeon crawl sopra ! Il fatto che io abbia recepito l’idea del tempio antico credo sia merito tuo, che hai saputo creare magistralmente quell’atmosfera. Hai mai pensato di produrre anche elementi per scenari all’aperto ? Ad esempio che so, alberi, montagnole, colline, specchi d’acqua o ruderi ?
MM: Sì, anche se renderli modulari e realistici è molto più difficile: ma ho già pensato a dei giardini sullo stile di quelli delle corti francesi ! Un set legato al prossimo set su cui sto studiando e lavorando da parecchio, Il Tempio dell’Acqua, dedicato a creature del mare. Un ambiente che immagino come un tempio abbandonato in dimenticate profondità, un po’ come nel film il Pianeta delle Scimmie, per capirci ! Ma in quel caso adoravano un missile atomico, mentre nel mio caso saranno le vestigia di questo culto del mare e le sue creature ! Per cui ho fatto scolpire e stampare in digitale vasi, portoni, e statue. Questo perché ho capito che da solo non posso seguire ogni parte del progetto, visto che già studio nuovi pezzi, li creo, li clono e li stampo, oltre a seguire tutti i social che sono fondamentali per farsi conoscere oggi, molto più che avere una vetrina in centro a New York o a Roma !
Organizzazione, distribuzione, marketing: la micro realtà DungeoNext
Ancora dettagli: porta, arcata, serratura porta, monticciolo di terra all’angolo, mattonelle…
GDRM: Infatti io ti ho conosciuto grazie ai social ! E con questa risposta mi dai l’assist per introdurre un argomento un pò più noioso ma fondamentale: come intendi procedere per DungeoNext, intendo in termini di organizzazione, distribuzione e marketing ? Farai tutto da solo affidandoti alla rete oppure hai preso accordi con qualche compagnia già in attività ? Voglio dire, la parte creativa e artigianale è fondamentale, ma anche quella organizzativa immagino t’avrà dato da pensare !
MM: Eh hai proprio ragione, tanto che con la testa sono sempre in cerca di soluzioni e nuove vie in questo senso. Per esempio di alcune cose non sapevo nulla e ho dovuto imparare, e sto tuttora imparando, migliorando e approfondendo ogni giorno su tutto quello che serve per divenire una realtà commerciale.
Ho dovuto fare un contratto con un servizio di corrieri per poter spedire in tutto il mondo, ho cercato il modo migliore di fare l’imballaggio, le scatole vorrei farle in maniera professionale ma ho ancora delle piccole difficoltà nel decidere la versione definitiva: cose che devo capire bene, ancora prima di avere un’esperienza effettiva.
Io sono una persona che non ama sbagliare, e mi appoggio all’esperienza di altre persone per evitare errori grossolani o almeno limitare i danni.
Per esempio quando ho cominciato a prototipare i primi pezzi stampati da un professionista, cioé le statue del prossimo set, ho sbagliato la scala: non era errata, ma secondo i modelli dovevano essere ingranditi.
Una valutazione che è difficile da fare a priori, senza averci messo mano almeno una volta. Me la sono cavata con un pò di soldi buttati e capacità aumentata nel settore della stampa digitale.
Questo perché anche pagando tutti i professionisti del mondo, ci vuole qualcuno alla regia e io non sono il tipo che molla il timone ad altri, il capitano devo farlo io. Attorniandomi di persone capaci e affidandomi alle loro specializzazioni, certo, ma mantenendo comunque il controllo totale.
Mi sono state offerte partnership ma ho rifiutato e uno dei motivi principali era proprio la perdita del controllo“Mi sono state offerte partnership ma ho rifiutato e uno dei motivi principali era proprio la perdita del controllo del progetto o della qualità del prodotto finale. Tengo molto a questo progetto e credo abbia le potenzialità per diventare qualcosa di serio e grande in futuro.” del progetto o della qualità del prodotto finale. Tengo molto a questo progetto e credo abbia le potenzialità per diventare qualcosa di serio e grande in futuro.
GDRM: E anche su quest’ultima affermazione non posso che trovarmi d’accordo, anche perchè è ben noto cosa accade ad una buona idea se la si da in mano a persone incapaci o che non condividono pienamente gli scopi e gli obiettivi che ti sei prefissato, come appunto lo standard qualitativo che tu cerchi. Restiamo in ambito commerciale, ti faccio questa domanda anche a nome di eventuali lettori interessati ai tuoi prodotti: tenendo conto ovviamente delle differenze tra pezzo e pezzo, i prezzi saranno accessibili ? Oppure tutta questa qualità andrà ad influire pesantemente sul prezzo all’acquisto ? Se si di quanto, rispetto allo standard del modulare comune ?
MM: Guarda, sul discorso prezzi sono ancora basito dal mercato e dalle reazioni del pubblico: c’è gente che mi scrive per chiedermi il costo di un set e una volta ottenuta la risposta sparisce come se io gli avessi frugato nelle tasche e rubato il portafogli !
Cosa c’è di meglio di un bel combattimento epico a livelli d’altezza differenti ? Con DungeoNext potrete ricrearlo !
Altri capiscono subito che c’è un discorso di qualità dietro, motivo per cui mi scrivono ringraziandomi di esistere come realtà modellistica e mi specificano che è proprio regalato, e non credo lo dicano per un motivo di budget: infatti anche chi non compra comprende questo discorso. Ora, mi rendo conto che questa sembra un premessa per poi sparare chissà quali prezzi folli, ma in realtà io offro quella qualità che tu hai individuato: faccio pagare in pratica i costi di gestione e i materiali, con un minimo di ricarico per non andare in perdita. E’ tutto vero e ci tengo moltissimo a precisarlo.
Questo perché studio e ho studiato il mercato per bene in lungo e in largo e oggi ci sono realtà molto diverse.
Per esempio, dalla Cina hanno proposto di produrmi loro i pezzi: il costo è esattamente identico al prezzo che io propongo al mio pubblico, cosa assurda ! Senza contare che, come ti dicevo all’inizio, non avrei più il controllo sulla qualità e rischierei persino il furto del prodotto: basti vedere realtà come BANG! Oppure la Lego e la GW i cui prodotti sono stati copiati, e hanno perso in tribunale. Io sono una micro-realtà, certo, ma non per questo mi piacerebbe scoprire fra dieci anni che in Cina producono con falso nome i miei DungeoNext !
Poi ci sono le realtà dell’Est Europa dove si produce a prezzi molto bassi, con materie prime che costano un terzo rispetto a noi e la manodopera a un decimo; e naturalmente il prezzo alla vendita è quasi la metà rispetto ai prodotti occidentali. Questa è una concorrenza sleale che purtroppo esiste e non ci si può fare nulla. Io qui per avere un aiuto dovrei pagare almeno 2000 euro al mese e insegnare a fare questo lavoro a qualcuno, mentre in paesi come la Russia un pittore qualificato o uno stampatore lavorano per 250 euro al mese e hanno tasse ben diverse, potendo permettersi di avere ricarichi folli.
Per farti capire: un muro con pavimento, il pezzo semplice da 5 cm di lato, li vendo a 2 euro l’uno ! E la tipica miniatura che costa dagli 8 ai 15 euro ha un peso o volume che è un quarto del mio muretto. Immagina quanto possa ricavarne di guadagno io da una cifra del genere, e se sia lecito considerare “caro” un prodotto unico del genere, “Per farti capire: un muro con pavimento, il pezzo semplice da 5 cm di lato, li vendo a 2 euro l’uno ! E la tipica miniatura che costa dagli 8 ai 15 euro ha un peso o volume che è un quarto del mio muretto. Immagina quanto possa ricavarne di guadagno io da una cifra del genere, e se sia lecito considerare “caro” un prodotto unico del genere, fatto interamente a mano !”
fatto interamente a mano ! Un set da oltre 40 pezzi ha un costo di poco più di 80 euro, inclusi imballaggio, scatola, adesivi , illustrazioni, tutte cose per cui ho dovuto pagare professionisti del settore e che mi sono autofinanziato con molta pazienza a piccoli passi, per non pesare sul portafogli dei clienti, cercando di dare il massimo fin da subito !
GDRM: Io come ti dicevo sopra sono sostanzialmente un profano, non avendo mai usato dungeon modulari (eccetto quelli fatti in casa da un amico molto bravo e dotato artisticamente), ma se devo dire la mia, io direi che 40 pezzi a 80 euro non mi sembrano un furto, specie se consideriamo il mercato del boardgame attuale, dove spesso e volentieri le cifre si aggirano tra i 60-70 euro (e più) per roba che sostanzialmente è plastica e cartone. Quaranta pezzi puoi ordinarli e risistemarli come ti pare e direi che hanno anche una certa ri-usabilità ! Comunque, questa è solo la mia opinione e poi ognuno giudichi da se. Ultima domanda Massimiliano e poi chiudiamo questa interessantissima chiacchierata: progetti per il futuro ? Prodotti speciali in lavorazione dei quali puoi darci un’anteprima ? Ho visto un bell’elementale dell’acqua su Facebook ad esempio…
MM: Ah quello è una cavolata, sono i miei esperimenti di scultura base, ma mi impegno per dare comunque un certo tono: in questo caso mi sono ispirato alle vecchie miniature in piombo di oltre 30 anni fa. E’ un pezzo che venderò ma per lo più queste creature le offro in regalo ai clienti che comprano i miei prodotti, tipo il Cubo Gelatinoso o l’Elementale di Roccia, che è già un bel pezzo ottenuto con veri pezzi di pietra ricostituiti a formare il mostro ! Progetti ? Tanti davvero, sto preparando da più di un anno questi nuovi ambienti e scenari del tutto diversi come design. Come la Taverna in legno ad esempio, ambiente ideale per collocare i PG nei loro incontri e pause tra le avventure, e avere così un primo ambiente cittadino. Sto preparando i set del Tempio e ho idea di fare le sale di un castello, sempre modulari. L’idea è di produrre più livelli di questo dungeon ideale, pericoloso e profondissimo: ogni livello avrà la sua atmosfera e i suoi pezzi caratteristici ! Nel frattempo continuo a conoscere persone che possano arricchire il progetto per dare maggior risalto al tutto. Questo potete notarlo scorrendo tre anni di post sulla mia pagina Facebook che è un diario giornaliero dei progressi: vi si trovano mille cose nuove e sempre diverse e molti passaggi dell’avanzamento di questo cammino cui tengo moltissimo !
Ora poi sto avviando una collaborazione a cui credo molto e si tratta di un’idea che non avrei mai potuto realizzare da solo (e che altri con molti più mezzi e capacità stanno realizzando): si tratta di una web serie, basata su sessioni di gdr al tavolo con personaggi famosi, una cosa alla Critical Role per intenderci ! E io metterò i miei prodotti per addobbare il tavolo da gioco !
Altra cosa che vorrei fare in futuro e creare edifici fantasy da inserire in scenari di borghi cittadini, ma per ora è un traguardo che metto all’orizzonte !
E qui termina la nostra lunghissima intervista con Massimiliano Musmeci ! Ne valeva la pena comunque, e se avete sbavato sulle foto come ho fatto io, ne comprenderete il motivo ! DungeoNext, come dice il suo fondatore, è ancora una micro-realtà: se volete saperne di più, acquistare i prodotti di Massimiliano, aiutare DungeoNext a crescere o semplicemente tenervi aggiornati sui nuovi set e pezzi, non posso far altro che invitarvi a visitare la sua pagina Facebook (il cui link troverete in fondo all’articolo) ! Se l’intervista vi è piaciuta, infine, non mancate di condividerla sui social ! A presto !
DungeoNext
DungeoNext. 1.4K likes. Modular resin dungeon terrain with new textures and cool designs, for Role Playing Games, in 25-32 mm
A me più che a giocare un GdR mi fa venir voglia di riprendere HeroQuest in mano…
Ciao 🙂
Infatti questi moduli si possono usare su qualsiasi tavolo da gioco….io a volte ci gioco per terra con i miei figli e piazziamo dentro qualche miniatura o soldatino e via…si percorre e si incontrano nemici da sconfiggere! 😉
Bellini ma è ora di dire basta ad iniziative che implementano le miniature mungisoldi e le dannate regole che ti obbligano ad usarle e rendono il combattimento lungo e complesso, le mappe si fanno sulla carta e il combattimento lo si immagina nella propria testa.
OSR RULEZ!
Ciao Itlas !
Con tutto il rispetto, non penso proprio che questa sia un’iniziativa mungisoldi (e non parliamo di OSR, che pure in quell’ambiente è pieno di gente nata negli anni ’90, che di old school non sa una mazza ma che ti ripropone la solita minestra riscaldata di 40 anni fa per prendersi i soldi dei nostalgici !) .
Mi sembra che dal video si capisca che c’è del lavoro e dell’impegno dietro, creatività e amore per il modellismo innanzitutto, ed è chiaro che queste cose le paghi… inoltre le regole non c’entrano niente con le miniature: uno può comunque implementare un sistema leggero e usare gli scenari modulari per ricreare l’atmosfera.
Il combattimento non si allunga solo perchè usi le miniature, e avere un punto di riferimento per gli spostamenti tattici evita moltissime discussioni al tavolo del tipo:
DM: dove ti sei mosso ?
PG: dietro al goblin !
DM: ma avevo detto che dietro al goblin c’era un muro !
PG: uhm… allora a fianco del muro !
DM: ma c’è il guerriero là !
PG:….
ecc. ecc….
Per evitare i casini bastano un Master bravo e un foglio quadrettato, come spiegato anche da Red Dragon hanno cercato di trasformare il D&D in un gioco da tavolo perchè i moduli supplementari non vendevano abbastanza e quindi han provato a guadagnare con le miniature, rendendo gli scontri nelle nuove edizioni difficili per costringere i giocatori ad utilizzarli.
Questi set sono l’esatto contrario di quello che c’è di bello nei gdr, L’IMMAGINAZIONE.
Invece adesso si cerca di trasformare D&D in un gioco da tavolo tipo Heroquest o Descent per fare soldi.
Quanto agli OSR direi che sono proprio il contrario del munger soldi dato che la maggior parte sono gratuiti.
Itlas… Massimiliano Musmeci è un artigiano indipendente, non lavora per la Wizards of The Coast. DungeoNext è un progetto italiano, e dietro ad esso non c’è nessuna intenzione di trasformare D&D in un Gioco da Tavolo per fare soldi. Cerchiamo di attenerci ai fatti, evitando ipotesi complottistiche senza fondamento.
Inoltre forse non sai che d&d è nato proprio da un wargame (che è tutto miniature e scenari) e la prima seduta di gdr della storia implementava sia miniature che la
replica di un castello
in cui si ambientavano le avventure: quindi tu che parli tanto di OSR, sappi che senza scenari e miniature il gioco di ruolo non sarebbe mai nato e non mi sembra proprio che l’immaginazione di Gygax, Arneson & co. sia stata “rovinata” dall’uso di miniature e scenari, anzi.
L’era della 3.5 è finita, nessuno irromperà a casa tua per dirti che devi giocare solo con le miniature o con le mappe; ma sostenere che questi ausilii trasformino il gdr in Heroquest o Descent è semplicemente assurdo. Se voglio giocare a Descent mi compro Descent, che sicuramente fa quello per cui è stato progettato molto meglio di un D&D, che invece è un GDR.
Punto primo: se non riesci ad accettare punti di vista differenti dai tuoi non abilitare i commenti ai tuoi articoli.
Punto secondo: non ti permettere MAI PIÙ di mettermi in bocca parole che non ho mai detto! Non ho mai detto che Dungeon Next munge soldi, quello che ho detto è che è il sistema delle miniature della WOC a farlo e che Dungeon Next è un modo per supportare quel modo di giocare, ma non ho mai detto che sia Dungeon Next stesso a mungere soldi.
Punto Terzo: conosco benissimo Chainmail ma quello possiamo dire fosse solo un prototipo, dalla Prima Edizione di Dungeons&Dragons alla Seconda di Advanced Dungeons&Dragons le miniature furono abbandonate in favore di carta e matita.
Guarda Itlas, non mi soffermo nemmeno mezzo secondo sul tuo ultimo commento perchè stai dando uno spettacolo francamente ridicolo e imbarazzante… sei liberissimo di fare la figura del cioccolataio, per quanto mi riguarda, però sul mio blog voglio mantenere un’atmosfera civile e respirabile e tu con i tuoi commenti da zitella acida non stai contribuendo granchè alla discussione.
Rileggi quello che hai scritto ne tuo primissimo commento, e la prossima volta prima di scrivere fai un bel respiro e conta fino a 1000. In poche righe sei riuscito ad insultare e offendere due persone, tra cui me che sono il gestore del blog, che non ti ha “messo in bocca parole che non hai detto”, ma solo invitato ad essere più obiettivo e a non criticare realtà di cui non sai nulla. Ricorda che quando commenti articoli di un blog sei comunque a casa d’altri, quindi prima di farti partire la brocca e sparare a zero, ricorda che dietro quell’articolo e quell’intervista ci sono PERSONE con le loro passioni, e non bersagli su cui sfogare le tue frustrazioni !
Spero di essere stato chiaro. Qui non siamo su Facebook, le regole le detto io: libertà di esprimersi da parte di tutti, ma se commentate con tono aggressivo poi non vi mettete a piangere se qualcuno si risente e vi risponde a tono ! E con questo ti invito a non proseguire su questa polemica, altrimenti dovrò rimuovere i tuoi interventi. Grazie.
Ciao, vorrei confermare che non mungo soldi a nessuno. 😀
Penso che creare un gusto di gelato e passare davanti alle spiagge d’estate non significhi lucrare sulla voglio e golosità delle persone ma di portare un prodotto genuino vicino alla persona. Chiaro se uno ti chiede 10 euro per un cono magari sta cercando di mungerti! 😉
Tornando a questi moduli, io li faccio per mio diletto e condivido questa possibilità con altri appassionati che mi chiedono di farli per loro e chiaramente i soldi per la resina non me li regala nessuno, oltre al fatto che fare un set base sono tre giorni di lavoro, ma che faccio pagare come fossi il peggior pagato del mondo! Io a D&D ci gioco dal 1990 e puoi ben immaginare che conosco tutte le versioni e realtà del fenomeno e sono contento ci siano mille modi di giocare,per cui io offro una versione migliore di un certo tipo di gioco accessoriato, non la versione migliore del gioco! 😀
Sono un collezionista di miniature e penso che tu non abbia letto nemmeno la metà dell’articolo se no avresti capito il mio spirito riferito al gioco di ruolo. Fin da bambino mi piaceva vedere il mondo in miniatura, soldatini, lego, macchinine, insomma ogni bambino diventa il dio del suo mondo e con D&D mi innamorai di questo aspetto di condivisione di un gruppo di amici per la pelle allo stesso tavolo dove non giochi solo a monopoli ma crei mondi e avventure come nei film, nei cartoni animati. Questo mi è riesploso quando iniziai a fare modellismo seriamente e dopo aver provato con il marmo a crearmi dei pezzi di scenario, proprio perché ho moltissima immaginazione e quei “racconti” da bravo master che sono rimasti indelebili nella testa dei miei giocatori, desideravo venissero alla luce e potessero essere visti e toccati con mano! In pratica questo è il punto fondamentale per me, tutto qui. Se qualcuno come mi capita ogni tanto, ha lo stesso desiderio, mi fa molto felice, anche perché possono testimoniare tutti quelli che hanno comprato da me, che non sono un commerciante ma un giocatore che condivide con loro la stessa passione e incontrarsi è bello, come quando incontri qualcuno che ama le tue stesse cose…Concludo se posso, che criticare a spada tratta una realtà altrui dicendo BASTA, NON SE NE PUO’ PIU’, non è certo carino, dando del magnate capitalista a chi cerca di creare qualcosa di bello. Ti assicuro che non spolpo il portafogli di nessuno e non obbligo chiunque a comprare e non disdegno chi non gioca con le miniature. Io stesso spesso gioco senza questi moduli e di base usiamo un tavolo di vetro da 2 metri per 90cm con un mega foglio quadrettato sotto e semplicemente piazziamo mostri, pg e png sopra per avere un quadro generale della situazione ed evitare appunto che nonostante descrizioni accurate, qualcuno dica ero qui perché “pensavo” ci fosse un ponte dove non c’è! Saluti carissimi
Ciao, purtroppo Daniele non ha voluto soffermarsi abbastanza sul mio commento da capirlo, e mi spiace non l’abbia fatto neppure tu, per comodità cito quello che ho risposto a Daniele più sopra:
“Punto secondo: non ti permettere MAI PIÙ di mettermi in bocca parole che non ho mai detto! Non ho mai detto che Dungeon Next munge soldi, quello che ho detto è che è il sistema delle miniature della WOC a farlo e che Dungeon Next è un modo per supportare quel modo di giocare, ma non ho mai detto che sia Dungeon Next stesso a mungere soldi.”
“quello che ho detto è che è il sistema delle miniature della WOC a farlo e che Dungeon Next è un modo per supportare quel modo di giocare, ma non ho mai detto che sia Dungeon Next stesso a mungere soldi.”
Il che implicitamente suona come un’accusa nei riguardi di DungeoNext, che non supporta proprio nessun modo di giocare, visto che è solo un’attività gestita da una persona (e non da una multinazionale del gioco pronta a rubarti i soldi) che ama realizzare miniature e scenari fatti a mano. Ciascuno è libero di comprarsi le miniature per giocare di ruolo, da tavolo o semplicemente per mostra e decorazione se desidera: non c’è nessun complotto ordito per “supportare un modo di giocare”, sono solo miniature che puoi acquistare, oppure lasciare sugli scaffali.
Invece di provare ad arrampicarti sugli specchi o a dar la colpa a noi che non ti abbiamo capito, sarebbe meglio che tu ammettessi di aver esagerato con i tuoi commenti e chiedessi scusa a Massimiliano. Hai fatto di tutta l’erba un fascio, demonizzando l’uso delle miniature nel gioco di ruolo: sono opinioni tue, per carità, per quanto molto discutibili, ma avresti dovuto chiarire meglio nel tuo commento che la tua critica non era rivolta all’intervistato…
Il problema che io trovo con le miniature, sono due:
1) questioni di spazio. Non ce l’ho dove metterle e lasciarle!
2) di solito la gente smette di interpretare ed entra in modalità Gioco da Tavolo.
Ciò detto, trovo questi lavori stupendi e mi fanno voglia di riprendere in mano HeroQuest 😉
Ciao 🙂
Ciao Red,
prima la pensavo anche io come te, ma dopo una campagna di 3 anni ad AD&D 2E in cui abbiamo usato le miniature (ma su un foglio quadrettato, perchè non ho scenari o dungeon modulari in casa ) mi sono reso conto che sono fondamentali almeno negli scontri più incasinati.
Gli ambienti e i set di Massimiliano non possono che migliorare la cosa, sono un’aggiunta e un piacere per gli occhi, ma non dimentichiamo che lo scopo è sempre e solo quello di sveltire i combattimenti… e se il tutto si trasforma in un “gioco da tavolo” perchè la gente si concentra sulla miniatura figa o sui particolari invece di badare a quel che dice il Master, direi che la colpa non è della miniatura, ma del cervello dei Giocatori che è rimasto al livello dei ragazzini delle elementari 😀
Se sono sufficienti qualche scenario e una manciata di miniature a distogliere l’attenzione dall’interpretazione del ruolo significa che il gruppo in primis non era granchè interessato a ruolare in prima istanza…
“mi sono reso conto che sono fondamentali almeno negli scontri più incasinati.”
dipende anche da cosa chiedono i giocatori e che sistema usi .
con LEDZ ho 3 campagne , 2 di queste solo a voce ,
senza mappe o tabelloni .
che io uso si intende ,
ma in 1 altra campagna che mira a gestire sul tavolo .
Ciao Maxwell,
tutto dipende sempre dalle preferenze del gruppo, sia chiaro. Ci sono gdr come Vampiri o Call of Cthulhu dove la posizione precisa di ogni partecipante allo scontro non è fondamentale. L’intervista parlava di dungeon modulari, quindi dungeon = gdr fantasy, e il mio commento di cui sopra si riferiva a quelli.
Io da quando ho iniziato ad usare le mappe mi sono risparmiato tempo e pezzi di fegato, che prima invece consumavo a discutere coi Giocatori sul posizionamento di questo o quel Personaggio 😀
Non è necessario calcolare al millimetro la posizione o i movimenti di ciascuno, ma capire grossomodo dove si trova ogni Personaggio quando scatta una trappola o scoppia una palla di fuoco è di aiuto e risparmia molti grattacapi.
salve .
ed infatti è di quello che io parlavo ,
fantasy ,
LEDZ è 1 D&D derivato e compatibile .
mai accennato ad horror o altro .
se ai giocatori basta sapere chi è vicino o chi è lontano da 1 punto fondamentale ,
non vedo nulla di ingestibile (se la meccanica è minimale) .
aldilà di questo ,
DungeonNext sembra 1 buon prodotto .
Ciao!! Gran bella intervista!! Sono un felice possessore della prima serie e posso dire che il concetto di spazio è relativo. Ho letto i commenti e credo che qualcuno abbia una visione tutta sua del mondo che non condivido e probabilmente è anche perchè non li possiede. L’idea del gdr su carta sinceramente mi fa tanto paleolitico, questo non toglie avere tonnellate e tonnellate di mappe e fogli di appunti. Con i sistemi di dungeon modulari che ci sono adesso in giro, un minimo di “sexappel” é quanto meno doveroso. Anche perchè penso che più che sistemi “mungisoldi” (e scusate non ho quelli di d&d), qui si parla di prendere nuovi giocatori…almeno per quanto rigurada il lato estetico..Dungeon Next è stato un ottimo acquisto, qualità e prezzo sono ben equilibrati e lo consiglierei proprio per questi 2 elementi che lo rendono un prodotto appetibile da tutti ma con estrema longevità dei materiali..poi ci gioco con tutto in effetti..non essendo fatto da un azienda per un gioco specifico, ci van su tutti i fantasy dell armadio…unica pecca (se possiamo considerarla tale) apparecchiare il dungeon..ci si mette un po proprio per la sua modularità esagerata (occhio che si perde molto più tempo a fare gli “architetti” piuttosto che i master) 😉
Ciao Lucio , grazie per aver letto e commentato !
Ti ringrazio dei complimenti: io ho la coscienza a posto, ho intervistato Massimiliano perchè apprezzo i suoi lavori e stimo chi ha voglia e coraggio di mettersi in gioco per realizzare i propri sogni… specie considerando l’attuale situazione Italiana e globale, di coraggio ce ne vuole e tanto (chi vuole intendere intenda !).
Le critiche sono sempre bene accette ed è giusto che ognuno sia libero di esprimere la propria opinione ! Io non ho mai censurato nessun commento , ma ci sono dei limiti da non valicare e il primo è il rispetto per il lavoro e per la persona altrui. Se uno inizia un commento parlando di “iniziative mungisoldi” poi non può venirmi a dire che io l’ho frainteso !
Come ho detto sopra, ci sta pure che qualcuno preferisca carta e matita, io stesso vado avanti così da decenni ! Ma da qui a generalizzare, mettendo sullo stesso piano le manovre commerciali di un colosso come la WOTC e il piccolo artigiano che si fa in quattro per passione e in cambio chiede soltanto di non rimetterci economicamente, ce ne passa… ora un conto è basarsi sui fatti reali e offrire critiche ragionate e costruttive, un altro è entrare a gamba tesa e iniziare una discussione insultando tutto e tutti, manco fossimo al bar sotto casa. E poi magari fare pure la parte dell’incompreso, lamentandosi perché gli altri non hanno capito ciò che si è scritto ! Bene, non sul mio blog: vadano altrove a sfogarsi, questo è uno spazio pagato e gestito da ME, e pretendo che si rimanga entro i confini di una discussione civile tra persone adulte.
il fattore tempo nell ‘ apparecchiare è 1 osservazione interessante .
alcuni miei giocatori hanno richiesto l ‘ eliminazione del tabellone componibile ,
proprio x risparmiare tempo .
Il lato della preparazione è un discorso con molte prospettive, e i gusti sono davvero tanti! Io stesso a volte non uso i miei pezzi, perchè non serve ricreare OGNi ambiente…a me piace ricreare la scena clou, oppure mettere su un semlice corridoio e far procedere i pg nelle varie stanze descrivendole o apparecchiandole apputno…si può fare un po’ e un po’ o solo mappa, o solo modulari, insomma il gioco penso sia bello nella sua stessa accezione, che significa: divertirsi in vari modi applicandosi! 🙂
Sul discorso del cronometro come tempo risparmiato, beh non ho bisogno di arrivare a tanto….gioco abbastanza a braccio e se vedo che ci metto troppo a fare una cosa la evito in quel momento. Come master di lunga data ( 1990) ho imparato motli trucchetti e il tempo si perde per molti motivi oggi al tavolo, gente che sta al cell o gente che smangiucchia sempre, insomma giocatori e master hanno tutti i propri “difetti”…diciamo che a me vedere un bel dungeon disposto sul tavolo piace molto e ci sono occasion in cui farlo è quasi d’obbligo e ci si mette max 10 mintui ma anche 2 se poi uno fa esperienza e impara a come usarli…un po’ di esperienza in tal senso ci vuole! Io sto ancora imparando ad usarli! 😉
Grazie Lucio….pesno che in tal senso con un po’ di pratica ci si snellisca molto…poi ogni gioco ha una base di preparazione alla fine…è anche una parte divertente del giocare stesso! 🙂
Mi imbatto per caso e con piacere in questa discussione. Massimiliano è un amico virtuale di vecchia data con cui ho perso i contatti da un po’, abbiamo frequentato per anni lo stesso sito prima che partisse con la sua iniziativa commerciale.
Personalmente gioco da 26 anni varie forme possibili di giochi di ruolo, di schermaglie, di battaglie da tavolo, di dungeon crawler e ho collezionato un’infinità di pezzi.
Ora, quello che dico, è di non aver mai incontrato nessuno che “costringesse”, o riuscisse a costringere, qualcuno ad adottare un modo di giocare (e di spendere) o un altro in questo settore. Le politiche della GW o della Wizard le conosciamo bene, ma quelle riguardavano principalmente i tornei, un mondo fatto di competitività, ma quando un gruppo di amici si siede intorno ad un tavolo per giocare insieme lo fa solo per divertirsi, anche quando questo avviene con la più spinta ottica da powerplayer.
Chi compra e dipinge le miniature (come me) lo fa perchè gli piacciono, e più ami le miniature più vorrai inserirle in un contesto tridimensionale, che si arricchisce man mano che avanzano gli anni. A 15 anni si gioca col contenuto di una scatola, a 18 ci si fanno la mappe o i tasselli da soli con carta e cartoncino (le stampanti a colori che manna dal cielo!), poi magari a 25 si scopre il polistirene e dalla sezione di pavimento si passa ai primi rudimenti di pareti, poi a 30 si inizia a stampare (Hirst Arts) o si comprano pezzi già fatti (Dungeon Forge), così a 35 quando ti compri casa ti assicuri di avere una stanza, una mansarda, un garage o altro per i tuoi pezzi, e a 45 hai collezionato quanto ti basta per giocare in due vite (e magari non hai più il tempo di farlo). Crescendo ci si evolve e si diventa sempre più esigenti, se la passione è quella.
Nessun produttore indipendente di elementi scenici o miniature ha la possibilità di condizionare il mercato, casomai sono i giochi che si sceglie di fare a farlo. Un produttore fornisce gli strumenti con cui dedicarsi al proprio hobby (sì, qui già si parla di hobby e non solo di giochi) preferito. Purtroppo, da sempre, dalla disputa tra simulativo e narrativo, molti giochi presentano (per venire incontro alle richieste di più utenti) elementi che possono essere portati da un estremo all’altro, dal narrativo puro al diorama, così come in cucina si può essere carnivori o vegani, ma incolpare il macellaio perchè fa delle bistecche molto succulente, francamente, mi pare eccessivo.
Ciao Sivent e benvenuto su GDR Magazine innanzitutto 🙂
Sono completamente d’accordo con quanto hai scritto.
Secondo me, a monte bisogna fare una netta distinzione tra chi davvero è “in grado di influenzare il mercato” perchè dispone dei mezzi per farlo (pubblicità) e le piccole realtà indipendenti che semplicemente fanno ciò che fanno per passione e perchè no, anche per sbarcare il lunario se gli riesce.
Comunque come ho già fatto notare sopra in una delle mie prime risposte a Itlas, gli elementi scenici e l’immaginazione non sono in opposizione tra loro, anzi… la miniatura e la sezione di dungeon modulare ben costruita supporta l’atmosfera e l’immersione.
Pensare che “miniature = boardgames/wargames” è una visione superficiale e non veritiera, confermata dal fatto che D&D stesso è nato proprio con le miniature e gli elementi scenici, come risulta esplicitamente da questa intervista che ho fatto a Greg Svenson , uno che ha giocato a d&d prima che fosse commercializzato.
Grazie per aver letto e commentato 🙂