Giochi di ruolo e bambini: intervista allo staff di Kids & Dragons

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10 risposte

  1. Gatto sul fuoco ha detto:

    bella intervista che smonta alcune paure sinceramente ridicole che avevo sentito anch’io in alcune pagine facebook sul gdr.

    • Daniele ha detto:

      Ciao, e grazie dei complimenti innanzitutto 🙂
      Lo scopo era proprio quello di riportare un parere il più obiettivo possibile sulla questione da te citata ! Tra l’altro i ragazzi di Kids & Dragons si sono avvalsi della collaborazione di una educatrice professionista, per cui ero particolarmente interessato al loro parere sulla vicenda 🙂

  2. Red Dragon ha detto:

    Questa cosa di lasciare il giudizio ai dadi senza barare mi ha fatto tornare in mente la prima volta che ho giocato a D&D: 11 personaggi morti nel primo minuto di gioco… Da quel momento ho abbracciato l’idea dell’Illusionismo (i dadi li uso, ma in realtà son falsi); da qui ho scoperto che l’illusionismo funziona solo fin quando l’illusione non cade… ed è molto facile che capiti. Quindi cambiai atteggiamento: il miglior GdR è quello dove vieni sconfitto ma mai ucciso! Così la storia può andare avanti qualsiasi cosa succeda.

    Per tornare IT: continuo a non considerare D&D un gioco entry level per i ragazzi di prima e seconda media, anche dal punto di vista matematico: devi già sapere cosa sono e come si usano i numeri relativi, introdotti solo in terza media. Mi chiedo loro cosa abbiano davvero usato 😉

    Tutto il resto è interessante 🙂

    Ciao 🙂

    • Daniele ha detto:

      Ciao Red !
      Non posso esserne certo, ma dalle foto mi pare di capire che abbiano usato Pathfinder (la versione standard o quella beginner… propendo per quest’ultima, naturalmente). Attendiamo conferma o smentita dallo staff di K&D 🙂

  3. Maxwell ha detto:

    curioso di sapere che GDR hanno usato .

  4. Michele ha detto:

    Ehi, ciao tutti! 🙂

    Sono uno dei responsabili di “Kids & Dragon” e rispondo alla domanda sul sistema di gioco: si, il sistema è Pathfinder ma è stato un po’ rimaneggiato per renderlo più compatto e coerente. Però, almeno nella nostra piccola esperienza, abbiamo notato che i ragazzi non avevano problemi a fare i calcoli a patto che i modificatori da applicare non fossero troppo complessi (tipo 1/2 DES).

    • Maxwell ha detto:

      salve , avete mai pensato di usare sistemi similari , ma + semplici ?
      tipo LEDZ ?

      • Michele ha detto:

        Si, abbiamo pensato di utilizzare sistemi più semplici (e anche più adatti) ma la chiave qui era “trovare più DM possibili disponibili a collaborare” e volevamo evitare di dover insegnare anche un nuovo sistema di gioco. Quindi PF è stata una scelta dettata dalla sua diffusione.

  5. Gianni ha detto:

    Il progetto è decisamente affascinante e interessante, viene davvero voglia si provarlo. … magari su Siena, non mi risulta che ci sia qualcuno che già lo fa… oppure Poggibonsi. Sono educatore e gioco di ruolo dall’86 ma quasi sempre e perlopiù con gruppo unico; poche esperienze all’esterno. Pochissimo sul lavoro ma con soddisfazione. Infatti vorrei capire davvero come viene declinato l’aspetto educativo pedagogico del gioco di ruolo. Nel mio caso ho lavorato adeguando sistema e avventura con gli obiettivi ricavati dai bisogni sui minori con cui stavo lavorando (che erano 4). Forse voi sapete anche darmi maggiori indicazioni rispetto all’ampliamento dell’esperienza rispetto a gruppi più grandi.Mi sposto sul sito per avere ulteriori informazioni.
    COMPLIMENTI PER TUTTO QUELLO CHE AVETE GIÀ FATTO!!!

  6. Rattoblatta ha detto:

    Facendo un po di animazione in spiaggia con i bambini, mi è capitato di parlare loro dei giochi di ruolo, e del grado di libertà e cooperazione forniscano, oltre alla suggestione e immedesimazione che forniscono.
    Dopo un paio di anni uno dei bimbi più assidui dello stabilimento mi ha chiesto di provare.
    La cosa è stata gestita più alla carlona si intende, ed ho deciso di puntare a meno regole e più immersione, oggi si direbbe un approccio narrativo, niente miniature, o mat in acetato, solo dadi matita e fantasia.

    Nel complesso è stato un successo incredibile, i bambini si passavano il testimone da una settimana all’altra di permanenza nello stabilimento, e chiaramente si sono uniti anche ragazzi di 13/15 anni che approcciavano il gioco in maniera più ragionata, ma il mio target è cmq rimasto i bambini sui 10 anni circa.

    E’ stata un esperienza che li ha molto colpiti, e notavo come fosse difficile per loro giocare in maniera corale, e non come solisti, almeno all’inizio, e come pensare a se stessi come parte di qualcosa.
    Probabilmente vi rubo qualche spunto, per quest’anno, con schede più semplificate, e una avventura più a checkpoint.

    Ottimo lavoro.
    Bellissima iniziativa.

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