The Witcher: il GDR dello Strigo è tra noi!

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11 risposte

  1. Red Dragon ha detto:

    Eccomi qui con i miei commenti e domande, perché aspettavo questa recensione 🙂

    DOMANDE:
    Hai parlato del manuale e delle meccaniche (tra cui quella di crafting), ma hai saltato totalmente la parte delle razze e classi. È interessante giocare qualcosa di diverso dallo Strigo? Il medico è “ficherrimo” o è la classica “farmacia ambulante” che nessuno vuole interpretare? Se c’è uno Strigo nel gruppo, gli altri si divertono o succede come in Star Wars che tutti si annoiano (tranne chi gioca lo Jedi)?
    Le 4 razze e le 9 classi quali sono? Quanto sono personalizzabili?

    COMMENTI:
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    Il combattimento risulta altamente adrenalinico, brutale e mortale, tanto che potrebbe risultare fin troppo punitivo ma noi riteniamo che sia giusto così. Non è un fantasy epico, non impersoniamo degli eroi, tutt’altro. La morte è sempre dietro l’angolo nei romanzi, così come nei videogiochi, perciò lo è anche nel GDR.
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    Di fatti nel videogioco prima interpretavi Gerart, poi, al primo combattimento, il fratello, poi il cugino, il nipote, l’amico del cane… Andiamo! Nei videogiochi quando morivi, ripartivi dall’ultimo salvataggio, annullando di fatto il combattimento. Gerart non è mai morto! Perché tu devi morire?

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    Ci è piaciuta inoltre l’estrema importanza della gestione delle proprie risorse durante un combattimento, e l’importanza di essere preparati allo scontro. Studiare il campo di battaglia, conoscere qualche punto debole del nemico e preparare qualche mistura alchemica prima di uno scontro, può fare la differenza tra la vita e la morte.
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    Questo è giustissimo, però io avrei fatto la differenza tra una vittoria ed una sconfitta. Nel videogioco, insisto, Gerart non è mai morto.

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    I combattimenti risultano (almeno inizialmente) un po’ macchinosi, con numerose addizioni e sottrazioni (e talvolta anche moltiplicazioni e divisioni) da effettuare per arrivare al valore finale del “tiro per colpire”, o del conteggio dei danni, e questo inevitabilmente tende a rallentare un po’ i combattimenti.
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    ARGH! Come moltiplicazioni e divisioni? Ok, a me piacciono anche i regolamenti complessi, ma qui rischiamo di finire come la “Lotta di D&D” che nessuno fa mai perché è troppo complicata… o la si semplifica “a casaccio”. Ci si dimentica le regole, si creano Home Rule al volo senza nemmeno accorgersene e non si capisce una fava quando si parla delle meccaniche perché ognuno intende “la sua”.

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    Ma quello che ci fa un po’ storcere il naso è che in un sistema basato sul dado a 10 facce, critici e disastri rischino di essere troppo frequenti. Infatti, in media ogni 5 tiri avremo probabilmente un successo o un fallimento critico e questo ci pare leggermente eccessivo.
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    Troppo: rischi di trovarti velocemente un PG senza gambe, braccia, occhi, naso… tutto!
    Una volta ero un grande fan di questi aspetti. Adesso no: il giocatore si ritrova con un PG che non può più fare niente, ma non essendo morto non lo può cambiare…

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    Creare pozioni per il Witcher del gruppo, oppure riparare armi e armature, o forgiare qualche nuova arma tramite schemi trovati in giro per il mondo è semplice ma non banale (regolisticamente parlando).
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    Oh yeah! Meno male! Finalmente ci hanno pensato! ^_^
    Mi potresti fare un esempio di schema?

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    Tuttavia, un sistema tanto simulativo e profondo inevitabilmente “mostra il fianco” in qualche ambito.
    Innanzitutto il comparto regolistico è talmente ampio che necessita di una profonda preparazione da parte del Master, e durante le prime sessioni ci si può ritrovare spiazzati date le tante meccaniche.
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    Può essere un difetto o meno, dipende molto se i vari consigli per il Master sono fatti bene o, come nel passato, “a testa di ca”.
    Tuttavia leggo sotto:
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    Infine, non ci ha convinto a fondo l’organizzazione e la “logistica” del manuale. Ci spieghiamo. Con una mole di regole molto elevata, ci saremmo aspettati un po’ più di “aree di riepilogo” o delle appendici che riportassero qualche diagramma per la consultazione veloce, data inoltre la mancanza di uno schermo, almeno per ora. Molte regole sono spesso indicate in trafiletti a lato pagina, e trovarle durante una sessione risulta assai complicato.
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    Mi sa che si sono ispirati all’esposizione di GURPS: le regole erano presentate nello stesso modo. Molto interessanti durante la lettura, ma se le dovevi ritrovare…

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    The Witcher, ma anche gli altri prodotti della “line up” di Need Games, sono costantemente supportati con la pubblicazione di tantissimo materiale ufficioso e fan-made sulla pagina Facebook del gioco
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    Spiacente, ma per me è una nota di demerito: non sopportando Facebook, per me è come se non avessero niente di niente. Avrei preferito un forum sul loro sito o, se proprio dovevano usare un “social”, eventualmente Google Plus. Così invece è, per me, il nulla assoluto.

    In conclusione ottima recensione. Io sono ancora indeciso se vale o no la pena di comprarlo, ma almeno ho una prima linea guida ^_^

    A presto.

    Ciao 🙂

    • Gianmarco ha detto:

      Ciao Red Dragon 🙂 eccoci qua pronti a rispondere alle tue domande nella maniera più esaustiva possibile. Cercherò di rispondere in fila domanda per domanda sperando che il tutto risulti chiaro.

      1) Sì, ho deciso di dedicare più spazio alle meccaniche e agli aspetti principali del gioco rispetto alle tipologie di PG giocabili, poichè non volevo che la recensione risultasse eccessivamente lunga, quindi in qualche ambito ho dovuto necessariamente “tagliare”. Detto questo, le razze giocabili sono: Witcher, Nani, Elfi e Umani. Le professioni invece: Armigero, Artigiano, Bardo, Criminale, Mago, Medico, Mercante, Prete e Witcher (che è sia una classe che una razza, e vanno scelte insieme).
      Inoltre posso assicurarti che i PG non-Witcher sono tutti assolutamente personalizzabili (dato che hanno tabelle di Background diverse dal Witcher) e hanno tutte una progressione differente, con abilità esclusive e un albero di abilità in cui specializzarsi diversi per ogni classe. Per fare un esempio mi collego al medico che hai nominato tu, dicendo che è possibile specializzarsi come medico guaritore (chirurgo), oppure come erborista e quindi basato sull’alchimia, oppure come anatomista specializzandosi quindi nel combattimento per inferire ferite particolarmente importanti. Oppure fare un ibrido di queste tre sottocategorie, la scelta spetta solo al giocatore. I Witcher risultano potenti contro i mostri, ma per quanto riguarda tutti gli altri aspetti del gioco di ruolo non sono affatto preparati e avranno sempre bisogno del party!

      2) La morte che intendevo nei videogiochi riguardava sempre il mondo di gioco, non Geralt in particolare. Nei videogiochi accadevano continuamente disgrazie alle persone che circondavano Geralt, e noi nel GDR interpretiamo proprio “quelle” persone. Nel gioco cartaceo non interpretiamo eroi (come Geralt appunto) ma persone abbastanza nella media, che poi col tempo potranno diventare potenti grazie alla progressione. Geralt non è un Witcher qualunque, è forse lo Strigo più potente mai esistito, gli altri Witcher che noi giocheremo non saranno nemmeno lontanamente al suo livello, almeno inizialmente.

      3) Il regolamento confermo che risulta macchinoso soprattutto nelle prime avventure, e destabilizza parecchio date le tantissime opzioni che offre. Serve tempo, tanto studio e dedizione. Se ami D&D 5e per la sua velocità di gioco allora The Witcher forse non sarà il gioco adatto a te. Inizialmente ci si ritrova continuamente a sfogliare il manuale, ma una volta presa la mano si inizierà ad andare più spediti, poichè la base del sistema non è particolarmente complicata. Le prime sessioni vanno messe in conto da tutto il gruppo che saranno sessioni “di prova”, ed inevitabilmente saranno lente. Poi pian piano ci si abitua.

      4) Confermo che la frequenza di critici è forse la parte più problematica del sistema. Ovviamente qualche escamotage il master lo può adottare, come qualche regola “fatta in casa” che vada a frenare leggermente la quantità di colpi critici. A noi per esempio era venuta in mente l’idea di “confermare” un critico quando accadeva. In ogni caso è stata una bella trovata secondo noi differenziare l’entità dei colpi critici in base al tiro (infatti se si ottiene un 10 di dado, si effettuerà un altro tiro che si andrà aggiungere al tiro per colpire). Vi sono così 4 entità di critici (semplici, complicati, difficili e mortali), e per mettere a segno i più disastrosi serve un tiro davvero eccellente.

      5) Uno schema è composto da: nome dell’oggetto in esame, CD per crearlo, Tempo per crearlo, Componenti (come legname indurito, acciaio, cuoio, ecc. anch’essi indicati in altre tabelle che ci dicono dove possono essere rimediati), investimento (un pagamento aggiuntivo per acquistare tutti i materiali che servono), e infine costo dell’oggetto.

      Spero di essere stato esaustivo e chiaro. Sono contento che la recensione ti sia piaciuta, e spero possa esserti utile.
      A presto Red Dragon! 🙂

      • Red Dragon ha detto:

        Ho una domanda sul sistema di crafting. Nei (pochi) giochi dove il sistema di crafting non è marginale, ci sono sempre due cose che alla lunga stancano:
        – Ricerca degli ingredienti: si tratta di andare in un tal luogo e tirare i dadi fin quando non esce il giusto risultato. La prima volta può essere interessante, la seconda meh e dalla terza inizia a diventar noioso. A volte viene risolto con “passa X tempo e li hai”. The Witcher ha affrontato questo problema? Lo ha risolto? Come?
        – tempo di crafting: a volte troppo lungo possa risultare utile ai fini del gioco, a volte troppo breve. Come sono i tempi di fabbricazione nel gioco The Witcher?
        – La prova di crafting a volte è frustrante, a volte inutile, con CD troppo alte per far qualcosa di utile o troppo basse che tanto valeva non metterle. Ho letto nella recensione che in The Witcher devi stare attento a non sbagliare. Che significa “non sbagliare”? Devo avere cu.lo o c’è un qualche sistema di abilità od altro da investire per riuscire a superare la CD? Quanto è figo e quanto è frustrante creare?

        Ciao 🙂

        • Gianmarco ha detto:

          – Ricerca degli ingredienti: sì, non posso escludere che alla lunga la ricerca degli ingredienti possa mostrarsi ripetitiva. Tuttavia qualora i giocatori vogliano velocizzare il processo, potranno spendere qualche corona in più (pari al costo di investimento riportato nelle tabelle) per acquistare tutto il materiale necessario, e dedicarsi immediatamente alla creazione. Potrebbe essere un’idea quella di cercare “in-game” unicamente i materiali più rari e costosi, ed acquistare i materiali più banali ed economici.
          – Tempo di crafting: il tempo varia molto a seconda di quello che si vuole creare. I tempi possono andare da qualche minuto per i materiali e le pozioni più semplici, fino a qualche ora per le armi e armature più potenti e complicate.
          – Una volta ottenuti tutti gli ingredienti, dovrà essere effettuata una prova sull’abilità Alchimia o Manifattura (a seconda di cosa si crea). Le CD sono indicate per ogni cosa, e cambiano a seconda della difficoltà di creazione dell’oggetto. Perciò dipenderà molto dalle capacità di creazione del PG. Se si fallisce si rischiano di perdere tutti i componenti. Bisognerà fare un secondo tiro in caso di fallimento, e se lo si riesce si potranno recuperare a scelta la metà delle componenti utilizzate. Il resto andrà perso.

  2. Felix ha detto:

    Da quello che ho letto della versione inglese fatico a pensare che questo gdr possa avere qualcosa di interessante a livello di regole: non capisco nemmeno l’entusiasmo di alcune esternazioni riguardante la sua uscita e posso ricondurle solo alla grafica e ai contenuti narrativi riguardanti l’ambientazione. Sinceramente dopo anni di Martelli da Guerra, Girsa e simili tornare a parlare di critici, tabelle e combattimenti simil-tattici mi sembra un autogol incredibile: forse non a livello di marketing, ma di contenuto di sicuro.

  3. Itlas ha detto:

    Il 90% delle nuove leve si è appassionata al gioco di ruolo grazie alla semplicità della quinta edizione (e anche grazie al fatto che è diventato di moda giocare grazie a Critical Role) e loro che fanno?
    Usano un sistema vecchio e complicato come quello di Cyberpunk…
    Seems Legit

    • Ignis ha detto:

      Continueranno a giocare a D&D Next o 7th Sea, o altri GDR più semplici, ormai il mondo dei giochi di ruolo è cresciuto in maniera abnorme, ognuno ha gusti diversi e passioni diverse, e ciò è giusto che sia così.
      A me piacciono di solito i giochi più narrativi, con meno matematica (tipo Star Wars della FFG), ma adoro il setting di Witcher e devo dire che il sistema di gioco è quello adatto all’ambientazione, per cui mi piacerebbe molto giocarlo.

    • Gianmarco ha detto:

      Concordiamo. Purtroppo il Fuzion preclude un po’ il gioco ai neofiti del GDR. A meno che questi non ci dedichino davvero molto studio e tempo.

  4. Claudio ha detto:

    Ciao !

    Sono in attesa che mi arrivi il librone ! 🙂
    Guardando sul sito di FB, vedo come se ci fossero delle pagine di “errata corrige” rispetto al libro pubblicato.
    Sono presenti all’interno del libro o sono reperibili… dove ???

    • Gianmarco ha detto:

      Ciao Claudio 🙂 ! Se sei in attesa del manuale puoi star certo che si tratta della seconda ristampa, la quale è integrata e aggiornata di tutte le errata rilasciate. Quindi non preoccuparti. In ogni caso puoi trovare le errata tradotte nella pagina Facebook di The Witcher GDR Italia, nella sezione “Files”.

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